1. Perché ha scelto di studiare antropologia?

Dopo una laurea triennale in lingue e letterature straniere (indirizzo balcanistica), ho sentito che avevo bisogno di nuovi strumenti, nuove bussole per orientarmi in quel mondo così complesso che avevo vissuto di persona nei miei soggiorni di studio in Serbia, Grecia, Bosnia ed Erzegovina. Sentivo che la chiave era quella di fare ricerca sul campo, e non solo dai testi e dalle biblioteche… L’antropologia mi ha catturata per questo.

2. Quale Ateneo ha frequentato e come è stata le sua esperienza?

Ho frequentato il Corso di Laurea Magistrale in Antropologia Culturale, Etnologia ed Etnolinguistica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, che è stata la più importante esperienza formativa di tutto il mio percorso di studi. Ho trovato un ambiente non solo accogliente, ma soprattutto estremamente stimolante e di altissimo livello, e grazie ad un piano di studi molto flessibile sono riuscita pure ad inserire altri insegnamenti linguistici che mi hanno supportata nel mio lavoro sul campo con la diaspora armena in Bulgaria.

3. Cosa può offrire oggi l’iscrizione a un corso di laurea in antropologia?

In questi tempi di incertezza e di confusione, di fronte alle sfide delle società complesse e del confronto con la diversità culturale, un corso di laurea in antropologia fornisce degli strumenti fondamentali per orientarsi, riuscendo ad integrare visioni molteplici nell’interpretazione del mondo contemporaneo, nonché ad allontanarci da uno sguardo sempre troppo eurocentrico.

4. Quale libro di tema antropologico consiglia per una introduzione alla materia?

Consiglio a tutti il testo fondamentale di Renato Rosaldo, tradotto in italiano con il titolo di Cultura e Verità.